L’opera italiana ha la storia più lunga e illustre di qualsiasi altro genere musicale operistico al mondo.

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Le origini

Il melodramma è stato rappresentato per la prima volta negli atti "intermedi" di una commedia "dramma pastorale" o "tragicommedia", in cui alcuni personaggi partecipavano all'azione drammatica esprimendosi attraverso il canto o suonando strumenti. È qui che è stato coniato il termine "melodramma".

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I primi librettisti e musicisti che misero in musica alcune opere teatrali, dando impulso al melodramma, scelsero gli stessi temi delle opere citate, poiché una figura realistica non poteva che appartenere al mondo magico e perfetto dell'Arcadia.

Nel 1594, il librettista Dafne concepì un'ambientazione fiorentina per la storia pastorale, che sarebbe diventata la prima opera lirica eseguita esclusivamente in musica. Nello stesso periodo, un gran numero di altri compositori riconobbe pubblicamente l'importanza del proprio contributo alla crescita della modalità di rappresentazione emergente.

Emilio de' Cavalieri affermò nel 1600 di aver composto tre pastorali che furono messe in musica tra il 1590 e il 1596. Allo stesso tempo, Giulio Caccini pubblicò frettolosamente la sua opera prima che venisse eseguita.

Euridice Il recitativo era regolato dalle seguenti norme di versificazione, che Peri e Caccini avevano scoperto da soli nel libretto di Rinuccini e alle quali si attennero per un tempo considerevole: un legame eccessivamente sillabico tra il testo e la musica; un ritmo erratico e sorprendentemente paragonabile al parlato; la propensione della melodia ad adottare un movimento a gradi congiunti; una pronuncia vocal-virtuosistica.

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Fu a Venezia, con l'apertura del primo teatro d'opera pubblico, il Teatro San Cassiano (nel 1637), che questo genere artistico si affermò ovunque e non fu più destinato a un gruppo ristretto di intellettuali e aristocratici, assumendo così un carattere di intrattenimento.

Come diretta conseguenza di ciò, Venezia fu un polo cruciale per la diffusione dell'opera nel campo della musica. In questo periodo l'opera italiana era popolare in tutto il mondo, in particolare nelle regioni transalpine dell'Europa centrale, soprattutto a Praga, che all'epoca fungeva da capitale del Regno di Boemia.

Questa tendenza era piuttosto importante, nonostante il fatto che solo poche famiglie benestanti frequentassero i teatri per qualcosa di diverso dalla commedia.

Questo perché l'opera si stava progressivamente orientando verso una visione più commerciale della musica. I temi delle nuove opere in musica erano spesso derivati dalla storia romana e dai racconti della guerra di Troia; tuttavia, le relazioni amorose e le storie d'amore non erano assenti dal repertorio.

Questo per mettere in risalto le ambizioni eroiche e il nobile pedigree dello Stato veneziano. Le opere in musica sono tipicamente composte da tre atti, in contrapposizione ai cinque atti che erano comuni nelle opere reali. Essendo "tratte" dal recitativo, le linee melodiche leggere, dette arie cavate, sono spesso utilizzate nei periodi di maggiore intensità emotiva.

Questo nonostante il fatto che il recitativo rappresenti ancora una parte significativa della versificazione. Le scene delle commedie sono tipicamente caratterizzate da giovani, damigelle e altri personaggi umoristici che agiscono in edifici chiusi.

Cantanti lirici come Claudio Monteverdi, Francesco Cavalli, Antonio Cesti e Giovanni Legrenzi furono tra coloro che diedero i contributi più significativi allo sviluppo e all'espansione dell'opera veneziana.

L'educazione in epoca romana

All'inizio del XVII secolo, Giulio Rospigliosi, che sarebbe poi diventato Papa Clemente IX, era all'apice della società romana. Giulio Rospigliosi era anche il prelato e librettista preferito dalla famiglia toscana dei Barberini.

Il nuovo stile di intrattenimento prese rapidamente piede a Roma.   I poemi cavallereschi, generalmente scritti da Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, così come quelli presi in prestito dall'agiografia cristiana e dalla commedia dell'arte, erano la forma di poesia preferita, in opposizione a quelli della tradizione pastorale e dell'Arcadia.

A partire dagli anni Trenta del XVII secolo e in seguito, si assiste a un cambiamento evidente nei temi trattati nelle opere. Si moltiplicano anche le trame drammatiche che accompagnano il crescente numero di personaggi.

Inoltre, si sviluppò un nuovo stile di intonazione per i versi recitativi.

Questo nuovo stile era più adatto ai diversi sviluppi narrativi ed era più ricco di parentesi rispetto alla forma paratattica che era stata caratteristica delle prime opere fiorentine. Si nota un sensibile aumento del numero di arie tecnicamente impegnative, ma ricche di effusioni liriche.

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Gli elementi chiave dell'opera veneziana tradizionale sono

Quando l'opera arrivò nella Repubblica di Venezia, seguì un percorso significativamente diverso. Il Teatro di San Cassiano, fondato nel 1637 da Benedetto Ferrari e Francesco Manelli, fu il primo teatro d'opera pubblico al mondo. Il successo dell'opera la fece passare dal sostegno dell'aristocrazia a quello del settore commerciale.

A Venezia, il teatro musicale si trasformò da una forma d'arte per privilegiati a qualcosa che poteva piacere a tutti. I teatri d'opera cominciarono a sorgere in tutta la città in tempo per la stagione del Carnevale, dove si esibivano per i clienti paganti.

Per contenere i costi, i teatri d'opera spesso utilizzavano solo una piccola orchestra. Spendevano molto per ingaggiare i migliori cantanti dell'epoca, segnando l'inizio dell'era del castrato e della primadonna.

Monteverdi, trasferitosi da Mantova alla Repubblica di Venezia nel 1613, fu il compositore preminente della prima opera veneziana, mentre altri nomi di rilievo del genere includono Francesco Cavalli, Antonio Cesti, Antonio Sartorio e Giovanni Legrenzi. Ci sono tre opere di Monteverdi che sono state eseguite in teatri pubblici.

Azione maniera di drammi: Libro pagine sull'opera

La genesi della Scuola Napoletana di Musica può essere fatta risalire all'area di Napoli, che nella prima metà del XVI secolo fu luogo di nascita di una cultura profondamente radicata della composizione e dell'esecuzione musicale.

Quest'ultima era destinata a diventare un centro di riferimento intellettuale e culturale per tutta l'Europa, raggiungendo il suo apice nel XVIII secolo, quando si ritiene che abbia dato impulso allo sviluppo dell'opera buffa e dell'opera comica.

A metà del XVI secolo, la città vide l'inizio della fondazione dei primi conservatori, che sarebbero poi diventati importanti istituzioni nel panorama musicale europeo. 

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